venerdì 31 ottobre 2014

Beato tu che sei all'estero, qui è tutto uno schifo o Del come s'inizia a bestemmiare



Ricapitolando

Faccio un lavoro non mio, in un Paese in guerra, in cui alle 18.30 fanno 32°C, c'è la sabbia che s'infila ovunque quindi non posso mettere le lenti ma sono costretto a mettere gli occhiali, ché a me senza ausili ottici - mavvaffanculo anche a me stesso, ausili ottici - mi ci vuole il cane e il bastone, mi stanno TUTTI sul cazzo - non c'è più neanche il quasi, TUTTI: stupidi come i sassi, permalosi come stamminchia e ce n'è anche uno, è notizia di queste ore, a cui ho prestato la BIC alle 15 e non me l'ha ancora ritornata, 'sto cesso ribaltato che sua madre piscia in piedi e suo padre è un uomo astemio - e probabilmente sono costretto qui fino al 17 dicembre. Quest'anno ho visto più i miei colleghi demmerda che mia moglie. L'unica cosa che mi consola è che da domani, se non direttamente da stanotte, tutti inizieranno a rompervi i coglioni o (e, per i più fortunati) le ovaie su cosa farete all'ultimo - "Ooooohhhhhhh, cazzo fai l'Ultimo?" con quel tono soave che contraddistingue questi luminari - mentre io me la scampo fino a metà dicembre.

Però un tempo sono stato felice anch'io, come quando il lunedì successivo ad un derby passato a devastarsi l'ugola, la prof chiese ad un mio compagno di leggere una novella. Inizia a leggere - "Marelli, non si sente!" - "Ehhh, prof" - Ricomincia a leggere - "Marelli, dobbiamo sentire tutti!" - "Ehhh, prof" - Ricomincia a leggere - "Marelli, mi prendi in giro? Alza quella voce".

Non potevo esimermi, mi girai, distesi il braccio, con la mano perpendicolare al piano delle ascisse e lo incitai "Alza la voce, coniglio alza la voce, aaaaalzaaaaa la voooceeeee, coooniiiglio aaaaalzaaaa la voooooceeeee".
Due settimane a spazzare il cortile, svuotare i cestini e verniciare le aule durante il pomeriggio. Sono stato più bidello io di tutti voi messi insieme. Però non potevo esimermi.

P.S.
Sono le 18.54 e il cretino continua a non ridarmi la BIC. Kuklinski, forever in my heart, ha ucciso per molto meno.

giovedì 2 ottobre 2014

Lo straccio



Negli ultimi giorni, tra una roba e l'altra, sono uscito pochissimo colla Trudi. Ieri notte, stranamente insonne, rimuginavo su ciò. Preso dall'insonnia e dai sensi di colpa - è per quello che cerco di morire prima di avere figli - mi sono alzato e sono andato a fare un giro con lei. La Trudina che, solitamente, sposta l'asse terrestre ad abbai quando si accorge che stiamo per uscire, si è limitata a guardarmi perplessa e soprattutto addormentata. All'inizio faceva fatica a camminare da quanto era rincoglionita, poi si è rassegnata a seguirmi. Qui non piove MAI, ma proprio MAI, MAI, MAI. Fino a ieri notte alle tre quando ormai eravamo a cinque km da casa. Siccome qui non piove MAI, ma proprio MAI, MAI, MAI quando lo fa le strade diventano ruscelli, torrenti, fiumi. Sabbia e acqua. Acqua e sabbia. Ad un certo punto, la sua perplessità si trasforma in uno sguardo fisso e attonito, uno sguardo che significava solo: SEI PROPRIO UN COGLIONE, PASSANO GLI ANNI MA RIMANI SEMPRE QUEL COGLIONE CHE HO CONOSCIUTO LA PRIMA VOLTA - quando la presentai alla mia ex e a tutta la sua famiglia allargata, vestito da Babbo Natale: "Potresti presentarti a Natale, vestito da Babbo, davanti a tutta la mia famiglia. Ahahahah, che ridere". Detto, fatto. "Va beh, ma io scherzavo"). E' arrivata a casa che sembrava uno straccio tra la sabbia che la ricopriva e l'acqua che la inzuppava. Sempre con lo sguardo fisso e attonito. Pensavo mi sbranasse. Alla mattina, solitamente, quando irrompo - torcia in mano - in cucina mi assale: stamane apre un occhio, vede che sono io e finge di continuare a dormire, curando ogni mio movimento: sia mai che replichi il numero di stanotte.