mercoledì 14 maggio 2014

Palla di lardo


                                          

Sala relax (relax...) dell'impianto. Un computer per chi non ha il notebook, due grandi tavoloni, dove collegarsi ad internet oppure leggere i quotidiani e le riviste delle tre nazioni "estere" che affollano questo luogo di disperazione. Nell'impianto ci sono due neri (su 256 persone), entrambi italiani per matrimonio. Uno di questi, Jean-Aimé, quando prende possesso del computer non lo smolla manco se gli altri iniziano a sparare. Ieri ad un suo collega è scesa la catena e ha iniziato ad incazzarsi. Ecco, diciamo che stante i fisici dei due era dai tempi di King Kong contro Godzilla che non si vedeva una scena del genere. Roba che se fossero arrivati alle mani, toccava attivare le procedure anti-incendio, data la quantità di energia cinetica che avrebbero generato. Il guardiano della sicurezza interna, che invece è più simile ad un barattolo di Nutella ma di quelli piccoli, si prende, come dire, un filo (marrone) di paura e chiama la Jandarma (polizia turca).

Quando i solerti tutori dell'ordine arrivano, Jean-Aimé è andato a dormire e l'altro ha iniziato il turno. Aprono la porta come i Navy Seals irruppero nel covo di Bin Laden, urlando (relax...) in turco. Alzo la testa e abbasso i maroni, pensando "finiscono di rompere i coglioni quelli dentro e arrivano quelli fuori" quando questi partono a passo spedito, mi superano e vanno nell'altro tavolone che io non vedevo perché tra i due c'è l'emeroteca, e ricominciano ad urlare in turco. Mi alzo ed ecco che come nei migliori B-Movie sono riusciti a beccare l'unico altro nero dell'impianto. Rido. Mi guardano malissimo in quattro. Mathieu, il guardiano e i due poliziotti. Gli chiedo se sanno l'inglese, annuiscono, gli spiego che lui non c'entra niente e che è l'altro ad aver questionato, gli racconto come sono andati i fatti e che comunque è tutto a posto, loro guardano malissimo il guardiano (il mio mezzo dollaro bucato sul fatto che lui gli abbia detto che si stavano pigliando a noci), si scusano (!!!) e se ne vanno insieme al guardiano. Guardo Mathieu, gli sorrido, mi chiede perché sono andati a prendere proprio lui. Penso "Vabbé, ma allora non hai capito proprio un cazzo" ma coll'ultima stilla di umanità che questo gulag mi ha concesso, gli dico: "Ti hanno confuso con Jean-Aimé che è nero come te" - "Ehi, non siamo tutti uguali solo perché siamo neri. Perché devi essere raSSista?"

Ormai da Palla di Lardo mi separa solo il soprannome. C'è solo da capire chi sarà il mio Joker.


Aggiornamento delle 13.51

Vado al cesso, ce n'è lì uno a lavarsi le mani, entro in uno scompartimento, non faccio in tempo ad abbassare la zip che..."La poooooorta!". Il giovin signore, probabilmente digiuno di spogliatoi, campeggi, varie ed eventuali s'irritava molto perché girato di spalle e in un cesso per soli uomini non ho chiuso la porta. Ignoro cosa potesse vedere e se anche avesse potuto vedere cosa sarebbe successo. Ecco, lui potrebbe essere il mio Joker.

2 commenti:

  1. Tanto è un piacere leggerti, tanto mi dispiace per te. Però se ste cose non succedessero poi noi che cacchio leggeremmo? ;)
    SMI

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  2. Niente. E sarebbe meglio per la mia salute fisica e mentale.

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