mercoledì 30 gennaio 2013

Eccola, Pulce



Noti lo sguardo gagliardo e fiero? L'indomito coraggio? La saggia temperanza? In realtà si stava solo chiedendo se quel bambino che le stava davanti fosse meglio al forno o saltato in padella!

lunedì 28 gennaio 2013

A boy and his dog

Già l'inizio del nostro rapporto avrebbe dovuto far capire come sarebbe andata a finire. Iniziò tutto un giorno di dicembre, semaforo di Alzate, anno del Signore 2005. La precedente morosa mi disse: "Pensa che scena sarebbe se mi portassi il regalo alla cena della Vigilia, vestito da Babbo Natale". Queste cose a me non vanno MAI dette, perché stimolano la componente tre-enne del mio cervello, che è come dire il 99% della materia grigia. E per cui, alla cena della Vigilia, sua famiglia al gran completo, un idiota suona il campanello, tutti a chiedersi chi possa mai essere perché, come disse la Giulia, "anche Filippo adesso dovrebbe essere a preparare l'altare" tranne i bambini che, ignari del condizionale presente, affacciatisi alla finestra affrescarono "Babbo Natale, Babbo Natale". I suoi parenti mi salutarono con un misto di stupore e divertimento, ma appena congedatomi, una sua zia le si avvicinò e le disse: "Sei fidanzata con un cretino, ne sei consapevole?".

Il regalo era una palla di pulci, pelo e zecche di due mesi. Talmente peluchosa che venne chiamata "Trudi". Era, sarebbe dovuta essere, la nostra cagnoletta, stava da lei, ma io praticamente vivevo in quella casa (andavo ancora a scuola: praticamente 8-14 a scuola e 14-ora indefinita a casa sua) ed ero il suo giocattolo preferito (della cagnoletta, eh, della cagnoletta) perché contrapponevo la mia iper-cineticità alla tranquillità e dolcezza di quella famiglia, composta da tre donne. Poi ci lasciammo, rimanemmo in cattivi rapporti per ben dieci giorni e ci riappacificammo in un'armonia che dura tuttora. La cagnoletta, divenuta cagnona, passavo a trovarla almeno una-due volte a settimana e andava bene così. Senonché un anno e mezzo dopo l'ex sfornò prole e per cui, visto che già le tensioni familiari si potevano tagliare con la motosega (diciamo che la gravidanza, peraltro pure complicata, non era esattamente voluta), mi offrii per prendermela in carico.

Da allora viviamo insieme. E quando dico "viviamo insieme" vuol dire, almeno fino a quando ho vissuto in Italia, praticamente 24 ore su 24, escluse uscite con gli amici o con la morosa, ma lavoro incluso. Vuol dire che se andavo/vado in bagno o tenevo/tengo chiusa la porta e allora si mette/va lì fuori, spalmata per terra, ad aspettare che uscissi/esco oppure, se solo la tenevo accostata, da/va un colpo di muso, e mette/va, tra lo stipite e la porta, la ghigna con un'espressione "Legata alla catena fin da piccola, cresciuta tra i suoi escrementi, salvata dai volontari, in 15 anni non ha mai vissuto il calore di una famiglia, adottala e falle trascorrere in serenità questo lasso di tempo che le resta da vivere". Quando siamo venuti qui, lei è stata spedita qualche giorno prima (peraltro con un'esortazione/minaccia all'hostess di terra - non quella del blogroll - che è meglio non replicare) ed ha passato giornate intere a piangere, per la felicità della morosa, a cui è molto legata, come la corda all'impiccato. Quando sono arrivato in aeroporto ad aspettarmi c'era il dinamico duo collegato da un guinzaglio. D'odio. Per iniziare a camminare ho dovuto incazzarmi solennemente, altrimenti era un continuo passarmi tra le gambe per evitare che la abbandonassi di nuovo. Arrivati a casa, siccome c'erano da sbrigare delle commissioni e lei continuava a saltare sul letto per non mollarmi neanche là, ho dovuto chiuderla fuori dalla porta della camera e mentre le sbrigavamo, c'era un sottofondo di mariomerolate in versione canina fuori dalla porta. Perché lei non è gelosa: quando mi avvicino troppo alla morosa, lei prima lancia due guaiti di avvertimento ("Ma che stai affà?"), poi, se proprio mi ostino, sbuffa e si gira di culo, per segnalarmi la sua contrarietà. Allo stesso modo mi è impedito di accarezzare qualsiasi altro cane per strada, altrimenti è FINITA. E' l'unico cane che i fagiani non li caccia ma ne scappa.

Penso di aver un rapporto di fortissimo amore/odio filiale ma tipico con mia mamma, un rapporto di enorme stima/emulazione ma tipico con mio babbo, un profondissimo senso di amicizia ma tipico colla cerchia dei miei amici ma due rapporti penso, forse, anzi probabilmente, ingenuamente, forse, anzi probabilmente, banalmente, forse anzi probabilmente, vanagloriosamente, che siano speciali: quello con la mia morosa e quello con questo sacco di peli, pulci e zecche che riempie le mie giornate. O forse no, non sono speciali, sono comuni, ma rimangono speciali. E' il primo essere vivente che mi abbia fatto imparare la parola responsabilità, nel senso che lei dipende in tutto e per tutto da me, anche sotto l'aspetto pratico, che si tratti di curarle la congiuntivite o di portarla a pisciare o di, ..., evitare che ogni 7-8 mesi mi trasformi casa nel set di un film splatter. Io non piango mai, non è che lo consideri un punto di forza o di debolezza, è così e basta, non è che posso sforzarmi a piangere. Ecco, quando penso che le mancano 7-8 anni di vita ad essere larghissimi, mi viene una gola bondage. Viv(ev)o in campagna, amo gli animali, ci vivo in mezzo fin da piccolo (penso di aver avuto tutte le specie di animale domestico o da reddito conosciuti) ma non sono animalista, primo perché non mi piacciono le sette (è una dei motivi per cui mi definisco cristiano e non cattolico) e poi perché, pur con continui dubbi, continuo a considerarli nient'altro che un anello della catena alimentare. Detto questo, lei rimane una cagnona, io il suo capobranco. Si fa quello che dico io e niente mollezze borghesi tipo il letto (coperta e ringraziare), circolazione libera per casa (cucina off limits), cibo dal tavolo (che hai già il tuo), cappottini, gingillini, ecc...ma, allo stesso tempo, non mi frega una sega di quelli che dicono "Alla fine sono cani", "Si pensa più ai cani che ai bambini" (questa solitamente è pronunciata da chi, per non sbagliarsi, se ne fotte di entrambi) o amenità di questo genere, anzi li compatisco perché è evidente che "un cane" non l'hanno mai avuto o se l'hanno avuto, non oso manco immaginare come l'hanno trattato. E si sono persi moltissimo, troppo, quasi tutto. Poveri loro. E beato me. E voi, chiunque abbia capito di cosa sto parlando.

P.S.
A giugno, con l'Associazione, abbiamo organizzato una serie di camion per i terremotati emiliani. Ogni camion ha 26 bancali. 24 per i terremotati "comuni", 1 di cibo halal (macellazione islamica) e 1 per gli animali. Una simpatica vecchina pensò bene di obiettare. "Filippo, basta, adesso ha capito, l'hai insultata abbastanza". Alle volte il mio rispetto per l'età va a farsi benedire.

mercoledì 23 gennaio 2013

John Peter Sloan vieni a me (non mi avventuro in "come to me")

Ieri colloquio col Mega Direttore Naturale Conte Lamberti. Tanta ansia per nulla, in realtà erano più domande per capire come mi trovavo che considerazioni sul mio operato, di cui sono complessivamente soddisfatti. 
Le chicche sono state essenzialmente due

Lascio da parte tutti i convenevoli, come il fatto che prima di pronunciare ogni singola parola chiedevo l'autorizzazione, accompagnata da un inchino, mentre pronunciavo formule di omaggio.

"C'è un fatto che non ci siamo ancora spiegati"
"Quale?"
"E' molto spigliato coll'inglese, nel senso che riesce sempre a farsi capire e risponde velocemente, senza le indecisioni dei primi tempi, che sono tipiche di chi è costretto a parlare inglese per otto ore di fila, comprende subito i testi tecnici senza chiedere spiegazioni, ma nello scrivere i report di fine servizio ci mette dentro di quei - non ricordo esattamente il termine - castroni che a volte fanno strabuzzare gli occhi al suo Ingegnere di linea"
"Eh..."
"Eh!"
"Eheh"
"Eh!"
"Eh..."
"Sa dirmi come mai?"
"Per il comprendere i testi tecnici mi sono molto impegnato nel corso"
"E per comunicare e comprendere l'inglese parlato?"
"Mah, sarà che ero abituato a parlarlo con gli americani della squadra che tifo"
A quel punto, fossimo stati in un film, sarei dovuto salire sulla scrivania, slacciarmi i jeans e intonare "It hurts when you gotta kill a nigga you love", invece ho iniziato a piangere
"Ah, sìsì, vero, me l'aveva detto quando ci siamo presentati"
"Eh!", col viso ormai inondato dalle lacrime, mentre usavo la cintura come frusta sulla schiena ormai martoriata
"Deve solo un po' migliorarsi sul versante della produzione scritta, non la prenda come un affronto"
"Nono", mentre guardavo la maniglia della porta per un caratteristico impiccamento alla Condé.

"E del suo assistente (Abdi, NdF) cosa mi dice?" 
"Eh"
"Eheh"
"Eh"
"Ci siamo capiti, d'altronde non c'è nemmeno di spiegarle come vanno le cose, vero?"
"Già"

Mercoledì, venerdì, domenica e lunedì sono uscito con degli inglesi. Io dovrò anche imparare a scrivere in inglese, ma spero di imparare solo quello.

lunedì 21 gennaio 2013

Sai che amarti non è mai abbastanza

Domani sarà giorno-ansia, sono convocato dal Megadirettore per un report sulla mia attività in questi primi mesi. Ma oggi è giorno-felicità. Uno degli amici del bar, stanti i miei mirabolanti report e la florida situazione economica italiana, ha fatto i colloqui per entrare nella Megaditta, con l'obiettivo (o il trucco, visto che la disponibilità a trasferte extraeuropee prolungate fa schizzare in "graduatoria") di raggiungermi e, a quanto pare, sono andati bene. Ci vorranno mesi e magari manco lo spediranno qua (la disponibilità per uno specifico Paese viene poi vagliata) ma il mio tempo libero potrebbe subire un'improvvisa impennata. Lui è un grande, ci conosciamo da quando eravamo all'asilo, e una volta dei tossici gli scavallarono l'auto. Quelli che gliel'avevano rubata l'avevano usata per fare dei furti nelle case poi, boccheggiati dai Karabigneri, si erano dati alla fuga, scappando nel bosco, centrando un albero e scappando a piedi (poi accalappiati). La macchina aveva tre mesi di vita, la stava ancora pagando (e l'avrebbe fatto per lungo tempo) con un finanziamento e quella fuga l'aveva trasformata in un relitto. Lui non si perse d'animo, apri la portiera posteriore, controllò nel taschino del sedile e, trionfante, aggiunse che "I CD me li han lasciati, però". No, non era la Butcher Cover dei Beatles ma una serie di Hit Mania primi anni Duemila. Masterizzati.

C'è stata la Settimana della Moda. Molto interessante. No.

"Ma tu che sei occidentale, dimmi un po', ma se una occidentale mi sorride vuol dire che c'è qualcosa tra noi?"
"No"
"Ah"
"Ma chi hai parlato insieme?"
"No, mai"
"Ah"
"Chi è?"
"M."
"Ah"
"Eh"
"Però potresti monitorare la macchinetta del caffè e quando arriva, casualmente, ti fai trovare là" - pensiero: "tanto, per quello che hai da fare" - "così almeno ci parli insieme"
Attendo con ansia Al-Porfirio Rubirosa e le evoluzioni caffeiniche.

A lavoro suo un tizio ha chiamato la mia morosa "Lanterna della mia conoscenza". 
"Pensa, mi conosce appena da due mesi e già mi parla così"
"Eh"
"Te non mi ha mai chiamato così" - disse quella che mi chiama: "Oh"

Io in realtà dedico anche canzoni d'amore. Alla cagnona, però. Ad esempio mercoledì scorso eravamo in spiaggia a giocare con la palla e l'ho abbracciata forte forte, mentre le cantavo "Se io non avessi te" di Nek (solo canzoni di un certo livello). Già i cani qua non sono molto amati...la scena, vista da un buon numero di persone, sicuramente starà contribuendo ad aumentare la lunghezza metrica del fascicolo aperto a mio nome dai servizi segreti locali.

martedì 15 gennaio 2013

Ci tenevo a dirlo

Oggi è arrivato un indianino a mettere le ali alla connessione del mio PC casalingUo. O, meglio, questo è quello che mi aveva promesso: in realtà il PC viaggia come prima (comunque velocità accettabile), ma in compenso m'ha sbloccato parecchi siti esteri, siti italiani e Youtube compreso, che però non riesco a incorporare in altri siti. Comunque, per ora, va bene così. Anche nel Sultanato, proprio come in Italia, gli indianini sembrano appena usciti da una vasca a dorso in una pentola di spezie. Ci tenevo a dirlo.

Dopo più di un mese di permanenza in quel del Sultanato ieri potrei aver avvistato la prima indigena degna di nota. E' l'ennesima stagista, tirocinante, quelchelè che passa da qui prima di spiccare il volo verso "magnifiche sorti e progressive". Appena arrivata nella sala-relax, per stendere la relazione, s'è tolta il velo (?!?) e ha sciorinato (quanto adoro questo verbo) una cascata di bulbo nero, che ha suscitato la ola degli astanti. Diciamo che si colloca in quell'area di nessuno dei lineamenti forti che ti possono far scivolare in un attimo tra Mariangela Fantozzi e Angelina Jolie. Giudizio puramente estetico, visto che ogni altro appetito è sepolto da mesi settanta. Questo ci tenevo a dirlo.

Qualche giorno fa incidente sotto casa mia. Purtroppo nessun morto e nessun ferito grave. Speravo di essere intervistato dallo Studio Aperto locale, ma mi è andata male. Speriamo che la curva ad angolo retto (sempre progettata dallo stesso ingegnere del marciapiede di VCdL a Monza) mi faccia assistere prima o poi al bis. Anche questo ci tenevo a dirlo.

Abdi mi ha detto che è grazie a lui che io faccio il miglior turno aziendale (14-22), perché suo padre, che è un pezzo grosso, ha messo una buona parola per lui e quindi anche per me. Grazie Abdi. Silenzio. Quindi debbo omaggiarlo. Non ho capito se vuole che gli faccia un regalo. Anche perché fare un regalo ad uno che gira con l'H1 vorrebbe dire vedermi partire sette-otto stipendi. E poi perché dovrei fargli un regalo? Anche questo ci tenevo a dirlo.

venerdì 11 gennaio 2013

FAQ (the System)

Per non rispondere ogni volta alle stesse domande

Si guadagna bene?

Sì. All'incirca il doppio di quello che guadagneremmo in Italia a fare il medesimo lavoro. Costando al datore di lavoro un terzo in meno, dato che qui le tasse non sanno (quasi) cosa siano. Io comunque continuo a vivere in condizioni di estrema indigenza, dato che i denari li gestisce Ella, che si sta costruendo la sua seconda vita in Giamaica con Freddy (chi è Freddy...eh...chi è Freddy)

Che lingua si parla?

In strada arabo come prima lingua e inglese come seconda, nella company inglese.

Ci sono i talebani?

MagarA

Ci sono i terroristi?

Sì, guidano le auto.

Gli indigeni come sono?

Levantini, molto levantini, fottutamente levantini. Ospitali, falsi, simpatici, adulatori (con le donne, poi...), furbi. Alcuni, specie giovini ricchi, due dita ar culo ripassate n'a sabbia (cit.). Però nel complesso si sta bene.

Ci sono immigrati di altra nazionalità? Alta formazione o bassa manovalanza?

Alta formazione: britannici, irlandesi, indiani e (!!!) maltesi
Bassa manovalanza: pakistani (una marea), yemeniti, indiani, somali, eritrei, etiopi, sudanesi, egiziani.

Ci sono rischi maggiori di quelli che ci sono in Italia?

No. Però per i rischi non rivolgetevi a me, perché io non li vedrei neanche a Medellin, per cui...

Le donne come sono trattate?

Meglio di come vengo trattato io dalla mia.

No, dai, seriamente?

Bene, ma in modo paternalistico. Qui è tutto paternalistico. Anche noi occidentali siamo "vittime" di paternalismo. Ti sono concesso molte cose, ma sempre facendoti capire che sono magnanime concessioni, non diritti conquistati.

Cosa fate nel tempo libero?

Non farmici pensare. Alle volte piango, per passare il tempo.

E' possibile mangiare maiale?

Il maiale lo mangiate voi, comunque sì. Anche se costa un occhio della testa (ma perché si dice occhio della testa? Esistono occhi da altre parti?)

Se non hai auto, come ti sposti da casa al lavoro e viceversa?

Passa il pulmino aziendale. L'autista fa uno di quei tanti lavori che esistono solo qui. Lavora dalle 5 alle 8 (porta quelli del primo al lavoro, quelli della notte a casa e porta al lavoro quelli che fanno giornata), dalle 13 alle 15 (porta quelli del primo a casa e quelli del secondo al lavoro), dalle 18 alle 19 (porta quelli che fanno a giornata a casa), dalle 21 alle 23 (porta quelli che fanno il secondo a casa e quelli che fanno la notte al lavoro). Giovedì e venerdì lavora solo per quelli su turni, dato che quelli che lavorano a giornata sono a riposo. Quando me l'ha detto ho fatto una faccia che solo i cercopitecidi riuscirebbero a replicare. Lui invece è felicissimo, perché m'ha detto che tanto riesce comunque a pregare cinque volte al giorno, ad andare alla Moschea al venerdì e soprattutto può ascoltare musica (rai, fottutissimo rai) mentre lavora. Chissà cosa direbbe Landini di un orario di lavoro siffatto.

E nel tempo libero?

Taxi. Taxi levantini.

C'è il Ramadan?

Sì, ma non l'abbiamo ancora sperimentato. Dovrebbe iniziare il 9 luglio, mi sembra.

E' possibile bere alcol?

Sì, con una licenza rilasciata dalla Polizia e un limite di spesa mensile (però basta accumularne tutti i mesi e hai la cantina sempre piena)

Fa caldo?

Sì, ma la legnata vera dicHEno che arrivi tra aprile e ottobre, con giugno, luglio e agosto che sono da chiodi, tra caldo e Ramadan. Io infatti, che sono furbo, vado in ferie+congedo matrimoniale a settembre/ottobre.

Internet è libero?

No, i siti esteri, specialmente quelli non arabi, sono (quasi) tutti filtrati, ma si possono aggirare (quasi) tutti i filtri, scontando lentezza della connessione. Almeno fino a quando non mi applicheranno gli schiavettoni ai polsi.

martedì 8 gennaio 2013

A testa alta siam qui a caricar

Ora lavoro col 6+2 con riposo a scorrimento. Oggi è il mio secondo giorno di riposo, domani inizia la mia settimana lavorativa. Da una parte è brutto perché sei in ferie quando gli altri lavorano (mentre invece lavorare quando gli altri sono in ferie non mi dispiace: boh, son montato al contrario), dall'altra va bene così, perché con la morosa non amiamo viverci addosso (e qui, conoscendo poche persone, ci sei quasi costretto) e per cui ci sono ampi spazi di libertà per entrambi. Libertà che io sublimo nel seguente modo: ieri giro in solitaria per la capitale, con cuffiette. Nel mio MP3 ho dentro di tutto, ma di tutto tutto. Di tutto, tutto, tuttissimo. Anche i Civico88. Non ne condivido, ovviamente, la linea politica (li trovo troppo moderati, ahahahahahah, scherzo), ma hanno due o tre canzoni che mi fomentano dabbestia, anche perché solleticano ricordi passati. Cammina, cammina, mi viene un voglino di crunch. No, non gli addominali, quelli impestati di formaggio. Entro allora in un supermercato, li prendo, cassa automatica. Codice a barre, prit prit. Inserisco i quattrini, me li ricaccia, li reinserisco, me li ricaccia, li re-reinserisco e me li ri-ricaccia. Nel frattempo gli anzidetti C88 riempono l'aere con le delicate note di "Dietro la curva". A quel punto sparo un tritonale: "Porca puttana, ohhh, ma che coglioni". Nel frattempo le cose visibili dalla Luna erano diventate tre: le foreste, i deserti e la coda che s'era formata dietro quel ragazzo che "ha solo un sacchetto di patatine, mettiamoci qui". La commessa inizia a parlarmi, ma senza voce. Muove le labbra sempre più freneticamente ma senza voce. Si sbraccia ma senza voce. Ettecredo, cojone, alza un altro po' il volume delle cuffiette! Mi levo le cuffie e la disperata mi fa: "You have to press the button "Finish" on the screen and then insert the coin" - "Azz, excuse me". Dietro di me, le masse approvano, scossando la capoccia dall'alto verso il basso, mentre lo schermo che hanno sulla fronte vede passare una scritta luminosa dove confermano il "Cojone". Io rido, lei ride. Le masse, pur approvanti, un po' meno. La morosa, dopo il racconto dell'avventura, mi ha incoraggiato con un "Inizia a farmi figurazze anche qua, eh".

Il vice mi ha detto che si laurea in Ingegneria Chimica l'anno prossimo (1435 ovviamente, non 2014). Devo aver fatto una faccia strana perché mi ha detto: "Don't worry Philips" - Philip, maremmaladra, Philip, non Philips - "I think to stay in this company. Moreover, I was chosen out of 80 competitors" - "Mi sarebbe piaciuto conoscere gli altri" ho sussurrato all'IngegnerA. "Uh?" - "Nothing, I asked her if she had a degree in chemical engineering too" - "Ah" - "Ehhh".
Sono più tranquillo, l'industria estrattiva avrebbe potuto perdere una delle sue punte di diamante.
Adesso il massimo sarebbe ritrovarselo come capo.

Adesso stiamo valutando che auto prendere, anche se probabilmente sarà un piccolo SUV. Io sono dubbioso, perché la viabilità locale è da lupi (deve averla progettata lo stesso ingegnere che ha progettato il marciapiede in via Caduti del Lavoro a Monza. Un giorno ve ne parlerò, so che non aspettate altro. Anche domani, se volete), però comprendo che non si può andare avanti così. Poi ci sarebbero anche delle cose serie da dire, come il fatto che sto scoprendo la sottile differenza tra diritti conquistati e privilegi concessi, ma la serietà non è affare di questo blog.

Forse non mi mandano nello Stretto. Mani come in barriera.

giovedì 3 gennaio 2013

Cheb Abdi

Ultimamente lavoro in sala controllo, nota come "La Trincea", perché proprio come le trincee militari è una noia assurda, con la tensione però sempre altissima, perché se succede qualcosa deve essere risolto nel minor tempo possibile, perché altrimenti partono dei 100k USD/h.
Mio vice è un indigeno, stecca della Megaditta alle autorità del posto. Ovviamente, stante l'alto criterio meritocratico, la Megaditta imbarca rusco e brusco, poi se valgono li assegna ad un ruolo di responsabilità, altrimenti li nomina vice di qualcun'altro. Avete già capito.

C'è di buono che non fa danni. Non fa niente.

Arriva mediamente con dieci minuti di ritardo e quando mangia le tipiche pietanze mai troppo speziate del posto soffia dal naso. Ho provato a spiegargli che non è cosa, si è scusato, il giorno dopo ha ripetuto come se niente fosse. Qui finiscono le note positive.

Si è presentato come campione di Moraingy, insegnatogli dal suo precettore malgascio. Io pensavo fosse un gioco da tavolo, che qui vanno molto, per dimostrarmi la sua intelligenza. Invece ho scoperto essere un arte marziale particolarmente violenta. Cosa cazzo me ne potesse fregare non è dato di sapersi. In ogni caso presumo sia l'unica cosa che gli ha insegnato.

Parla un inglese personalissimo e quando non capisco (mica per la costruzione della frase, perché proprio inventa o storpia le parole) mi dice che noi dovremmo parlare arabo, perché lui quando ha fatto Venezia-Firenze-Roma-Napoli parlava in italiano.

Inutile dirvi che chiava come un riccio solo delle grandiZZime gnappe, soprattutto straniere. Sì, Abdi, ho capito di che straniere parli, quelle di cui ho ormai tappezzato casa mia con gli opuscoli samizdat che fanno tanto ridere me e la morosa. Comunque questa è nella norma di tutti gli ommini dell'universo, tranne il sottoscritto che ammette di aver chiavato assai poco prima di aver intimamente accettato che ne vale sempre e comunque la pena e che la selezione la lasciamo agli altri, quelli che a furia di selezionare, finiscono a farsi sventolare.

Non abbiamo ancora l'auto, anche se la compreremo, perché è troppo limitante spostarsi in taxi nel tempo libero notturno, mentre per spostarmi da casa alla Megaditta passa un fantozziano pulmino aziendale (anzi, peggio, visto che Fantozzi andava con la corriera) che spara musica araba. Qui va fortissimo il rai algerino, in cui cantanti hanno il vezzo di aggiungere Cheb, ossia Giovane, davanti al nome: Cheb Khaled, Cheb Hasni, Cheb Mami. Io ovviamente penso a Supegiovane di Elio e rido, loro non capiscono e abbozzano, pensando a quell'occidentale così strano. Ha comprato l'Hummer H1, molto in voga tra i giovini ricchi del Sultanato, con un serbatoio che, non vorrei dire vaccate, è intorno ai 200 litri. Se vi state chiedendo, data la leggerezza del mezzo e la cilindrata del veicolo, quanto costa fargli il pieno: meno di 50 euro. Da noi neanche se le macchine andassero ad acqua.
Dopo avermi stressato per una settimana, mi ha accompagnato a casa per farmi vedere il mezzo e la sua abilità alla guida. Mai più. Io non so se sia rimasto deluso dal fatto che non mostrassi meraviglia per l'auto (non me ne frega nulla. Anzi, se penso a tutte le canne che si sarebbe potuto fare con quei 200k USD che ha speso mi viene la depressione), sta di fatto che, amore mio, qui le leggi sulla circolazione sono severissime (galera uso ridere) e tu non puoi viaggiare al ritmo di 2-3 infrazioni al km, per fare colpo sul tuo collega occidentale. A momenti mi resta in mano la maniglia di sicurezza.

Oltre ad essere campione di Moraingy è campione mondiale in qualsiasi disciplina: scacchi, domino, dadi, ma soprattutto di dama. Io a scacchi e domino non so giocare o comunque sono ad un livello troppo basso per competere, a dadi è meglio che non ci giochi visto che ho gettato via abbastanza quattrini da giovine. Quindi, durante i duri giorni di lavoro (passano anche delle otto ore a guardar per aria), una volta ebbi la felice idea di sfidarlo a dama. La nostra dama italiana, l'unica che conosco. Legnato. L'ha preso come un affronto tale che, giuro, pensavo che mi volesse corcare. Allora mi ha detto che la dama italiana non è la vera dama, è quella turca la vera dama. Cambiano parecchie regole e per cui, non avendo la forma mentis, ho preso una tostata via l'altra. Lui era molto felice. Io anche, mi vedevo già in mano il foglio di via.

martedì 1 gennaio 2013

Nonchalance

Buon anno. Qui è comunque il 1434 e agli indigeni lascia molto perplessi il fatto che in Occidente si festeggi in questo modo un semplicissimo giorno di passaggio.

Colla tipica nonchalance made in Megaditta ItalPetrolCemeTermoTessilFarmoMetalChimica, di seguito Megaditta, mi hanno comunicato che, a breve (la chiarezza delle autorità della Megaditta è pari a quella delle giunte militari sudamericane anni Settanta), mi aspetta una tre giorni nell'exclave di Musandam, l'estremo baluardo del Sultanato nello stretto di Hormuz, dove passa un quarto del petrolio mondiale e soprattutto un paio di palle di cannone alla settimana. Stupito dalla tranquillità con cui mi è stata fornita l'informazione, mi sono documentato presso i miei schiavi. Mi hanno detto di stare tranquillo, che in media c'è un contractor ogni quattro operatori. E io mi sono sentito tranquillo ma soprattutto un po' più leggero a livello intestinale.